Mostro di Firenze, dai compagni di merende all'uomo di Mugello: condanna in bilico. «Mario Vanni è innocente» (2025)

Mostro di Firenze, dai compagni di merende all'uomo di Mugello: condanna in bilico. «Mario Vanni è innocente» (1)

di Redazione web

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Lunedì 13 Gennaio 2025, 18:17

Il caso del Mostro di Firenze ritorna sotto la luce dei riflettori. Si indaga, ma soprattuto la battaglia in tribunale continua. Èstata presentata, un’istanza di revisione della condanna all’ergastolo di Mario Vanni, accusato di essere tra gli autori di alcuni dei delitti del «Mostro di Firenze», avvenuti tra il 1968 e il 1985, in particolare di quattro duplici omicidi. L'istanza è stata presentata alla corte d'appello di Genova, competente in questo caso. A richiederla è stata Paolo Vanni, nipote di Mario, morto nel 2009.

Le potenziali prove

Secondo i legali ci sarebbero diverse prove che scagionerebbero Vanni, che con la sua deposizione al processo coniò l'espressione 'compagnidimerende' riferita a se stesso e a Pietro Pacciani. In particolare, per il delitto avvenuto a Scopeti nel settembre dell'85, l'entomologo forense Stefano Vanin, dell'Universitàdi Genova, avrebbe scoperto che sarebbe avvenuto due giorni diprima quanto stabilito dalle sentenze.

Il caso del Mostro di Firenze

Il Mostro di Firenzeè il soprannome dato a un serial killer che hacompiuto i suoi crimini nella zona di Firenze, tra il 1968 e il 1985. Le vittime erano in genere coppie giovani, che venivano sorprese mentre si trovavano in auto in luoghi appartati. Il killer uccideva lecoppia con un'arma da fuoco e, spesso, compiva atti di violenza post-mortem, come mutilazioni. In alcuni casi, sono stati trovati indizi che suggerivano un possibile coinvolgimento di riti o comportamenti sadici, ma prove schiacchiati e dettagli cert i no nsono mai emersi.

Nel corso degli anni, sono state fatte diverse teorie e ipotesi su chi fosse il Mostro di Firenze, con vari sospetti e indagini che hanno coinvolto diverse persone. Le indagini sono state ostacolate da false piste, mancanza di prove concrete e il fatto che molti degli omicidi siano stati commessi con una precisione che ha fatto pensare a un soggetto con una certa preparazione. Nel 2006, un uomo, Pietro Pacciani, fu condannato per gli omicidi, ma il caso è stato oggetto di dibattiti legali e successivamente Pacciani è stato assolto in appello. Altri sospetti sono stati presi in considerazione, ma il caso non è mai stato risolto in modo definitivo.

Chi è l'uomo del Mugello

L'uomo del Mugello è un soprannome dato a unafigura protagonista delel supposizioni delle teorie alternative che cercavano di spiegare l'identità del serial killer, ma non è mai stata identificata in modo definitivo.

Dunque, il nickname, è stato utilizzato per riferirsi a un possibile sospetto che avrebbe potuto avere un legame con le zone in cui sono stati compiuti gli omicidi, ovvero l'area del Mugello, un territorio situato nel nord della provincia di Firenze. Secondo alcune ipotesi, l'uomo potrebbe essere stato una figura che frequentava quella zona e che avrebbe avuto un ruolo nella serie di omicidi. Tuttavia, non ci sono mai state prove concrete che confermassero questa teoria, e l'identità dell'uomo del Mugello non è mai stata chiarita.

«Quest'uomo era nativo del Mugello, di Scarperia, dove nell'85' fu imbucata la lettera inviata a Della Monica con il lembo di seno di Nadine Mauriot. – spiega Cochi consulente del penalista Alessio Tranfa– La sorella di questo individuo abitava a 200 metri. Lapersona è stata condannata per favoreggiamento, insieme ad altri, che però erano morti durante i delitti del Mostro, per il furto a un'armeria di una beretta calibro 22, uguale a quella del serial killer mai rinvenuta», aggiunge.

L'uomo, come ricorda Cochi, era un cacciatore e sapeva sparare, era pregiudicato, alto, rossiccio, proprio come venne descritto nei verbali dopo il delitto di Vicchio e la sua presenza venne confermata da testimoni anche nella piazzola di Scopeti. All'epoca fu realizzato un suo identikit al computer.

La connessione con il Mostro di Firenze nasce soprattutto da alcuni elementi ritenuti compatibili con il profilo del killer, ma, come per molti altri sospetti nel caso, anche questa pista non ha portato a una conclusione definitiva.

Il dossier

A distanza di 20 anni Cochi ha ritrovato il dossier sull'indagine fatta dai Carabinieri nell"84 su questo personaggio.

I militari interrogarono l'uomo, ascoltarono dei testimoni, uno dei quali disse di averlo visto con una beretta calibro 22, e gli trovarono addosso due proiettili sparati. «Questi vennero messi in cancelleria, ma poi sparirono», dice il consulente.

«Noi abbiamo - sottolinea Cochi - abbiamo fatto fare una perizia antropometrica e, confrontando le foto del sospettato, risulterebbe essere lui. Per questo abbiamo chiesto di acquisire anche delle sue foto degli anni '80. Con le bobine delle telefonate che arrivarono in caserma e alla magistrata Della Monica, invece, vorremmo provvedere a fare un confronto della voce».L'avvocato ha anche richiesto una copia delle bobine delle conversazioni telefoniche di minaccia registrate nella caserma dei Carabinieri di Borgo San Lorenzo la notte del 29-30 luglio 1984, data del delitto Rontini – Stefanacci, e della telefonata da parte di un ignoto alla sostituto procuratrice Silvia Della Monica il 23 settembre 1985.

Su cosa si indaga

Richieste mirate quelle contenute in una memoria depositata dall'avvocatoAlessio Tanfa - e la consulente Paolo Cochi. Ad affidare l'ìincarico, una parente delle vittime che, come riporta Fanpage, vuole restare anonima. L'obiettivo è verificare la pista di un ex sospettato: stiamo parlando prorpio dell'Uomo di Mugello,mai preso in considerazione all'epoca della SAM, la Squadra Anti Mostro.

Il compimento degli atti di cui parlano i legali, riguardal'acquisizione delle impronte papillari del sospettato e di possibili tracce di Dna su una macchina da scrivere che il consulente dell'avvocato, Paolo Cochi, ha acquistato dal figlio del sospettato e l'acquisizione di fotografie degli anni '80 del soggetto con cui integrare una perizia antropometrica.

Conchi:«Dal figlio ho acquistato una macchina da scrivere, l'ho fatta periziare ed è emerso che potrebbe esserci un collegamento con le lettere che il Mostro inviò ai tre magistrati, Pier Luigi Vigna, Paolo Canessa e Francesco Fleury. Chiediamo inoltre di ricavare il Dna con un accertamento irripetibile da una macchia trovata sulla macchina da scrivere che sembra essere di sangue».

La nuova memoria

L'avvocato Conchi sottolinea come per alcuni dei duplici omicidi compiuti dal Mostro non c'è un colpevole e non sono stati ritenuti coinvolti né Pacciani, né Vanni, né Lotti. Il legale spiega:«Si tratta di tutta una serie di elementi che potrebbero dare sicuramente un forte contributo nel verificare questa pista. Inoltre, a giorni depositeremo una nuova memoria relativa ad altri atti che riguardano l'omicidio Scopeti ('85) e Pettini-Gentilcore ('74)», aggiunge il legale.

«Sono testimonianze che confermerebbero l'avvistamento di questa persona non solo vicino alla zona dell'omicidio dell'85, ma anche di pedinamenti da parte del soggetto che corrisponde alla descrizione e che, secondo una confidenza fatta dalla vittima, Stefania Pettini alla sorella, l'avrebbe seguita con una macchina rossa»

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